La zona nella quale sorge il Rifugio è tra le più celebri delle Alpi Apuane.
Il caratteristico torrione del Monte Procinto (con i suoi "Bimbi") costituisce una meravigliosa occasione per ascensioni su roccia, e con una bellissima ferrata ristrutturata nel 2018. La parete Sud-Ovest del Monte Nona è una classica "via" alpinistica. Non mancano possibilità di passeggiate ed escursioni facili o di varia difficoltà: Monte Matanna (ottimo panorama dalla vetta); Monte Nona, Monte Croce e Monte Forato (altra montagna tipica e unica delle Apuane), sulla cui cima si può pervenire percorrendo una gradevole e piacevole "via ferrata".
Il Rifugio, circondato da folta e verde vegetazione alpina in un settore ricco di purissime acque sorgive, è raggiungibile a piedi in meno di un'ora di cammino partendo dalla parte alta dell'abitato di Stazzema (sentieri con segnavia 5 e 5A), antico paese montano con bella Pieve romanica (sec. XIII) di S. Maria Assunta; oppure partendo dall'altro paese, Pomezzana (sentiero con segnavia 106).
Da qui è possibile raggiungere sia la ferrata del M. Procinto sia la
ferrata del M. Forato, quest’ultima dedicata dalla sezione C.A.I. al
socio Ingegnere Renato Salvatori.
da: Le Opere della sezione (50 anni di vita 1938-1988)
Nel giugno 1963 in occasione del centenario del Club Alpino Italiano e nel venticinquennio della Sezione CAI di Forte dei Marmi, uscì una pubblicazione "LE APUANE DA FORTE DEI MARMI", testo di Fidia Arata, Presidente della Sezione, con la collaborazione di Cesare Mazzei, allora Segretario della Sezione. La pubblicazione che descriveva dodici facili itinerari del retroterra versiliese, era arricchita di 68 foto in buona parte inedite di amici alpinisti e di studi fotografici, e da dieci tavole a colori( delle quali 9 di Raul Francesconi).
La pubblicazione fu premiata dal Ministero del Turismo ed ebbe un notevole successo di vendita. Ci siamo soffermati su questa pubblicazione perchè il ricavato (che allora fu costituito da una cifra consistente) determinò l'impegno di devolverlo ad un'opera alpina duratura: realizzare un rifugio sulle Apuane versiliesi, e subito si pensò all'Alpe della Grotta, una zona carratteristica delle apuane e storica per l'alpinismo apuano.
Così il 25 agosto 1963 fu fatta un aprima ricognizione in loco e il 4 novembre, il Presidente insieme con alcuni componenti del Consiglio di Sezione prese contatti ufficiali con la famiglia Gherardi che deteneva la quasi totalità della proprietà immobile prativo-boschiva della zona.
Il 29 dicembre dello stesso anno a Capanne di Careggine fu festeggiato il 25° anno della Sezione CAI di Forte dei Marmi e il presidente Arata annunciò la decisione di comperare la casa Gherardi, presenti oltre 40 soci della Sezione tra i quali Raul Francesconi, Ugo Lattanzi, Vincenzo Mundo, Renato Salvatori. L'approvazione fu unanime ed entusiastica.
Redatto l'atto di compera nel 1964 si mise subito mano ai primi lavori indispensabili, mentre il Vice Presidente Renato Salvatori, anche sulla scorta delle opinioni dei Soci, redigeva un progetto organico di ristrutturazione e divenne il costante direttore dei lavori; e ai primi di gennaio del 1966 il rifugio cominciò a funzionare, prima per i Soci, poi per tutti.
Primi custodi e gestori del Rifugio furono i componenti della famiglia Barsi di Stazzema.
Con il fattivo contributo dei Soci e il loro entusiasmo i lavori continuarono e il 27 marzo dello stesso anno fu dato inizio allo smantellamento della "casa Viviani" (ulteriormente acquistata) per realizzare la terrazza panoramica.
Si pervenne così al giorno dell' inaugurazione, il 15 maggio 1966 alla presenza di 700 appassionati della montagna. Il Presidente ringraziò, nell'accasione, i Soci e i privati che furono generosi di opere e contributi finanziari e infine, per questi ultimi, l'Ente Prov.le per il Turismo di Lucca e il Comune di Forte dei Marmi.